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Per festeggiare il compleanno dell'amico Gianfri, nonché Belga, abbiamo organizzato domenica una trasferta in Svizzera, in alta Engadina. Un'escursione a piedi che, con partenza da Pontresina (1918), ci avrebbe portato in quota, al pizzo Landquart.
Per essere la prima uscita stagionale non è stata per nulla male, anzi, ci siamo alzati superando un dislivello di circa 1300 metri in un tempo complessivo della discesa di circa 8 ore, nonostante alcune difficoltà che vi racconterò più avanti.
Il maltempo di venerdì e sabato ci ha consigliato di ritardare la partenza di qualche ora per non ritrovarci in quota con una temperatura troppo gelida, verso le dieci e trenta con partenza dalla seggiovia abbiamo iniziato la nostra scalata. Percorrendo il primo tratto di salita non abbiamo incontrato quasi nessuno forse perché tutti hanno preferito utilizzare la seggiovia e risparmiare un'oretta di cammino. A quota 2200 metri circa, all'arrivo della seggiovia, ci siamo incontrati con i nostri compagni di avventura e dopo un breve spuntino abbiamo ripreso il cammino verso l'ambito traguardo: "Piz Landquart". Il sentiero che porta in quota è ripido ma abbastanza semplice, praticabile da tutti in condizioni normali.
Scrivo condizioni normali perché quelle di domenica non lo erano: nonostante il caldo di luglio abbiamo incontrato dai 2600 metri il sentiero innevato. Neve che oltre a rendere scivoloso il percorso, ha rallentato notevolmente il nostro cammino e ci ha fatto cambiare obiettivo. Infatti, raggiunto il rifugio a quota 3230 metri non abbiamo avuto le capacità per proseguire fino alla vetta (mancavano meno di 100 metri di dislivello), un poco per la stanchezza, un poco per il sentiero impraticabile ma soprattutto per dei nuvoloni che si avvicinavano minacciosamente. Dopo aver pranzato in alta quota, aver goduto di uno splendido panorama e aver scattato qualche foto, abbiamo iniziato la discesa a valle facendo attenzione al fondo reso ancor più scivoloso dallo scioglimento parziale della neve. I quasi dieci chilometri che ci separavano dalla macchina sono stati forse più faticosi della salita ma sicuramente più divertenti e ricchi di incontri.
All'altezza dei primi prati siamo stati accolti da decine di marmotte che con i loro fischi annunciavano il nostro arrivo, entrati nel bosco oltre ad aver avvistato degli scoiattoli siamo stati affiancati da un branco di camosci. Troppo veloci per recuperare la macchina fotografica, ma bellissimi da osservare mentre in precario equilibrio correvano tra sassi e piante, era un gruppo di circa venti esemplari tra cui almeno 5 cuccioli. Dopo qualche minuto è giunto un maschio ritardatario e mentre era indeciso su quale strada scegliere l'ho immortalato.
Verso le 19.00 siamo arrivati alla macchina, soddisfatti per un'avventura stancante ma decisamente all'altezza delle aspettative.